(CAVALIERI MARVEL)
N° 80
GULAG 17
Di Carlo Monni
1.
Quando arrivano al Campo 17, che per
motivi oscuri qualcuno ha soprannominato Arkhipelag, l’Arcipelago, la
prima cosa che accade ai prigionieri è che le donne sono separate dagli uomini
e portati in differenti sezioni. In seguito, sia donne che uomini sono
spogliati completamente e sottoposti ad una violenta doccia gelata. Dall’odore
è evidente che l’acqua è stata addizionata con qualcosa, forse un battericida o
chissà cos’altro.
Dopo questo trattamento, sempre
completamente nudi, sono portati in un ampio stanzone dell’edificio principale
della rispettiva sezione e restano in piedi sotto l’occhio vigile delle guardie
e attendono la prima ispezione da parte del direttore di sezione. A volta
l’attesa è breve, altre lunghissima. Le gambe cominciano a cedere ma le guardie
ti rimettono subito in riga.
Qui non ci sono diritti se non
quelli che ti concede il Direttore. Del resto, questo posto ufficialmente non
esiste, i prigionieri stessi ufficialmente non esistono. Questo posto, che si
trova in un punto sperduto del territorio siberiano, è stato chiuso nel 1987
per ordine di Gorbaciov e da allora solo i fantasmi lo abitano. Ma se questo è
vero, perché il luogo ferve di attività? Perché ci sono guardie sulle torrette?
Chi sono le persone con la divisa a strisce che si aggirano dentro le
recinzioni?
Questo posto non esiste, i prigionieri
non esistono. Nessuno li cercherà, nessun avvocato si batterà per loro, perfino
le guardie sono qui in punizione. Questo è l’Inferno e nessuno scappa
dall’Inferno.
Nuda, con indosso solo un collare
che le inibisce l’uso dei suoi superpoteri, Marya Andreievna
Meshkova, la supercriminale russa il cui nome di battaglia è Zvedza Dennista,
ovvero Stella del Mattino, ha perso la cognizione del tempo. Non sa da quanto
tempo è in piedi ad aspettare ma sa che se non fosse per il suo fisico
superumano non avrebbe resistito così a lungo.
Finalmente entra una donna dal
fisico magro, ha lunghi capelli candidi come la neve e occhi di un azzurro
intenso. Marya ritiene che abbia più di sessant’anni ma nel viso è ancora
visibile la bellezza che aveva da giovane. Qual è stata la colpa che l’ha
portata a finire qui?
La squadra, le gira intorno, la tocca più e più volte col frustino che
impugna nella mano destra. Infine la guarda negli occhi e finalmente parla:
-il mio nome è Lyudmila Antonova
Kudrina ma tu mi chiamerai Signora
Direttrice o semplicemente Signora, sono stata chiara?-
Marya non risponde e la donna le
vibra un violento colpo col frustino all’addome sotto i seni. Marya barcolla
appena.
-Sono stata
chiara?- ripete la Kudrina.
-Chiarissima…
Signora.- risponde Marya non nascondendo il sarcasmo.
-E così saresti una
superumana? Il collare che hai indosso è la sola cosa che ti impedisce di
incenerirmi, giusto? Beh, qui non ha importanza. Imparerai che qui io sono la tua
unica dea e che ogni cosa che ti accadrà dipenderà dalla mia volontà, dal mio
capriccio. Ultimamente non ho molte prigioniere con cui divertirmi ma con te
sento che ci riuscirò. Non ho interesse a rovinare il tuo bel corpicino ma
spezzerò il tuo spirito, di questo puoi stare certa.-
Lo vedremo, pensa Zvedza Dennista.
Nella sezione maschile la scena è
quasi la stessa: nudo come un verme, l’uomo che risponde al nome di Andrei
Nikolaievitch Rostov, ma è anche noto come Guardiano d’Acciaio, attende con pazienza.
Quando ha saputo dov’era stata mandata Debra Levin, ha anche capito che c’era
un solo modo di arrivarci: farsi catturare e inviare qui. Avrebbe scommesso
ogni cosa che Vladimir Menikov, il Direttore del F.S.B.[1]
ce l’avrebbe fatto mandare e avrebbe vinto.
Il trucco che aveva è svanito ormai,
e i suoi veri lineamenti sono emersi: i capelli biondi tagliati a spazzola e
gli occhi azzurri, ma non importa. Anche se non lo sapeva da prima, vuole che
lui sappia chi è, che lo riconosca.
Ed eccolo, finalmente: grosso e
rozzo come lo ricordava. Non è un caso se lo chiamano Krassny Varvar, in Inglese Red Barbarian, un relitto della Guerra Fredda e nulla di
più.
Lo guarda, lo squadra ed infine
dice:
-E così sei tu, non
volevo crederci.-
-Deluso?- chiede il
Guardiano d’Acciaio.
-E non dovrei
esserlo? Dopo tutto quello che ho fatto per te, tu mi ripaghi così?-
-E cosa hai fatto
davvero per me? Avere il tuo cognome e il nome di tuo fratello mi ha quasi
bloccato la carriera. Ho lavorato sodo per dimostrare che non ero solo il
figlio di un pazzo e il nipote di un traditore.-
-TACI!- gli urla
Red Barbarian e gli vibra un colpo secco ai testicoli.
Il Guardiano si piega su stesso ma
riesce a non dare all’uomo di nome Nikolai Andreievitch Rostov, suo padre, la soddisfazione di sentirlo gridare.
-Abbiamo appena
cominciato, figlio.- dice lui.
Ma sarò io a finirla, pensa Andrei.
2.
Nel corso degli
anni l’uomo che si fa chiamare Paladin ha sviluppato una sorta di sesto senso
che lo avverte di pericoli e altre cose fuori posto, un istinto che si è
rivelato utilissimo, se non indispensabile, nel tipo di lavoro che si è scelto e
che gli ha indubbiamente salvato la vita in più di un’occasione, lo stesso
istinto che gli fa capire che c’è un estraneo nella suite che occupa in una
piccola isola dei Caraibi, paradiso turistico e non solo.
Si rivolge alle due donne accanto a lui:
-Restate qui, io…-
-Si rilassi,
Paladin, non ho intenzioni ostili, lei e le sue amiche potete entrare senza
problemi.-
La voce appartiene ad una donna.
Paladin avanza guardingo rammaricandosi di non avere con sé la sua
attrezzatura, svanita con l’uragano che ha mezzo distrutto Isla Suerte.[2]
Davanti a lui una donna di colore non più giovanissima. Paladin la valuta in un istante: le
mille esperienze della sua vita devono segnato un volto altrimenti morbido. Gli
occhi sono duri, anche se li si può indovinare pronti ad accendersi di allegria.
La bocca carnosa sfoggia un’espressione tanto pronta al sorriso spontaneo
quanto a quello di Giuda. Strisce bianche decorano alle tempie i capelli crespi
e folti. Indossa un gessato grigio
azzurro di Armani, una collana di perle nere e una catenina d’oro alla tasca
sinistra quali sole decorazioni. Siede su una sedia a rotelle ultratecnologica
-Soddisfatto del suo
esame, Paladin? Immagino di sì. Ora lasci che mi presenti: io sono…-
-Lo so chi è: Angela
Cleaver, fondatrice e direttrice della Justice Inc. ed ex agente segreto. Conosco
anche i due che sono in piedi ai suoi lati: Mark Raxton, alias Molten, ex nemesi dell’Uomo Ragno ed ex Vice Presidente
della Osborn Corporation e il misterioso guerriero silenzioso noto come
Midnight Sun.-
L’uomo dalla pelle metallica e
dorata che indossa solo boxer da pugile e stivali dello stesso colore e sta in
piedi a destra della donna di nome Angela Cleaver si limita ad un cenno di
sorriso. Quanto all’enigmatico uomo alla sua sinistra vestito di una
calzamaglia nera che lo copre da capo a piedi, un mantello e, per quanto strano
possa sembrare, un cappello Borsalino, la sua espressione è nascosta dal
cappuccio.
-La Justice Inc.
non esiste più.- sentenzia Angela Cleaver -Molten e Midnight Sun hanno solo accettato
di farmi da guardie del corpo in questo frangente.-
-A proposito del
quale…- ribatte Paladin -Vorrei proprio sapere come ha fatto ad entrare qui e
cosa vuole da me.-
-Già, anch’io sono
curiosa di saperlo.- aggiunge una delle due donne con Paladin: una brunetta dai
capelli corti che indossa una camicetta bianca scollata annodata all’altezza
dei seni e short neri.
-E io pure.- dice l’altra
donna, una bionda anche lei succintamente vestita.-
-Soddisferò la
legittima curiosità sua e delle sue amiche, Paladin .- replica la Cleaver -Come
sono entrata? Semplice: l’hotel è mio, un investimento per gli anni di magra fatto
anni fa e di cui non mi sono pentita. È bastato arrivare a questo piano e usare
il passepartout universale per entrare. Quanto a ciò che voglio… voglio i suoi
servigi, Paladin, e sono disposta a pagarli bene.-
Alla fine si arriva sempre a questo,
pensa Paladin.
La giovane donna dai capelli biondi
con indosso una guepiere nera non riesce a ricordare con precisione cos’è
avvenuto la notte precedente e una parte di lei ha la sensazione che sia meglio
così. Quando arriva nel salone da pranzo della sede londinese del Club Infernale
ci sono solo una donna dai capelli neri che veste anche lei allo stesso modo
della nuova arrivata ma in rosso e un uomo alto e magro vestito con un abito in
stile Reggenza anch’esso rosso.
La donna si alza, raggiunge la
ragazza e le dice:
-Miss Belinda
Swann, giusto? Sir Marcus Grantby-Fox gradirebbe averla ospite al suo tavolo.-
Chi è quell’uomo e come conosce il
nome che lei usa ultimamente? C’è un solo modo per saperlo.
-Sono lieto che
abbia accettato l’invito, Miss Swann.- l’accoglie l’uomo -So che è ospite
dell’Onorevole Parnival Plunder, un uomo decisamente non comune, non è vero?-
-Indubbiamente.-
replica Belinda -Sa dov’è adesso? È stato lui a dirle il mio nome?-
-Tante domande.-
ribatte affabilmente l’Inglese -Non so esattamente dove sia Mr. Plunder, ma è
sicuramente in quest’edificio. Quanto a quello che so di lei, ho i miei mezzi
per sapere le cose che mi interessano e ho una proposta d’affari da farle.-
La ragazza squadra la donna davanti
a lei e poi rivolge lo sguardo all’uomo dicendo:
-Se si tratta di un
certo tipo di prestazioni, non sono quel tipo di donna.-
Sir Marcus fa una risatina
divertita.
-No, nulla del
genere.- replica -Quelle a cui sono interessato sono le peculiari capacità del
Cigno Nero.-
E Belinda Swann alias Nina McCabe si
fa subito più interessata.
La
ragazza bionda indossa un corpetto scollato a strisce rosse e nere e shorts
tigrati; al collo ha una collana di denti d’animale e sulle braccia dei bracciali
d’oro appena sopra i gomiti, i piedi sono nudi ed in una guaina appesa alla cintura
porta un coltello ma ha la sensazione che sarebbe del tutto inutile contro
l’essere che ha davanti: una pantera nera antropomorfa alta tre metri che ora
parla con voce cavernosa:
-Ho incontrato una come te, tanto tempo fa. La chiamavano Regina della
Jungla. Le chiesi cosa la rendesse così orgogliosa. Tu cosa risponderai?-
Lorna
Halliwell ha la precisa sensazione che la sua vita dipenda dalla risposta che
darà a questa domanda.
3.
Il prigioniero n. 89 è sottoposto ad
un regime estremamente duro. È evidente che lo vogliono spezzare in tutti i
modi. La stessa cosa può dirsi della prigioniera n. 54. Entrambi dimostrano una
notevole resistenza ma la cosa non sembra preoccupare i loro aguzzini.
-Lo spezzerò,
dovesse essere l’ultima cosa che farò.- afferma l’uomo conosciuto come Red
Barbarian -Non ho mai sopportato i traditori.-
-Sei sicuro che sia
l’unico motivo?- gli chiede la direttrice della sezione femminile -Non è perché
è tuo figlio e ti ha voltato le spalle?-
-E se anche fosse, Lyudmila Antonova?-
-Nulla. Tu divertirti pure con lui e lascia me
a divertirmi con la ragazza. Si crede una dura perché è una superumana, ma io
le dimostrerò quanto è fragile. Quando avrò finito con lei, striscerà ai miei
piedi, vedrai.-
Red
Barbarian sorride: quella donna è forse più spietata di lui.
Lontano
dal campo di detenzione siberiano, sulla costa dell’Oceano Pacifico, sorge
l’orgogliosa città di San Francisco. Nel corso degli ultimi decenni è diventata
un laboratorio della tolleranza e della libertà attraendo verso di sé
praticamente tutte le controculture che possono venire alla mente.
Ma
questa città non è solo un’oasi di pace e amore, ha un lato oscuro fatto di
serial killer, mostri che si nascondono nelle tenebre, culti innominabili che
cercano di riportarli in vita e molto altro.
L’uomo
che stiamo per vedere, per esempio, ufficialmente è un uomo d’affari indiano in
cerca di investimenti, ma ufficialmente è un adepto di un culto di morte che si
richiama alla dea Indù Kalì e oggi ha avuto il privilegio di conoscere la sua
dea o almeno un suo aspetto e possiamo ben dire che ne è rimasto sconvolto.
L’oscurità
intorno a lui si dissipa e si ritrova in una specie di sotterraneo.
-Bentornato Gurwinder Singh.- lo saluta
Sudario -Confido che ora mi dirai tutto quello che voglio sapere.-
Negli
occhi dell’uomo ancora l’orrore per aver visto cose che la mente umana fatica a
comprendere.
-Io… parlerò.- dice alla fine.
La
ragazza dai lunghi capelli corvini indossa un corto abito nero
di pelle d’animale che le lascia scoperte le spalle e le braccia; all’altezza
del gomito destro porta un bracciale dorato e ne ha un altro di forma
serpentina al polso sinistro; intorno al collo ha un collarino d’argento mentre
dai lobi delle orecchie pendono due orecchini circolari. In vita ha una cintura
rossa a cui è allacciata una fondina in cui sta l’inevitabile coltello, ai
piedi ha un paio di piccoli sandali neri,
Si
chiama Jane Mahoney ma da quando è in Africa la chiamano con un altro nome.
-Jann della
Jungla, perché questa terra dovrebbe accoglierti?-
A
parlare è stata una pantera nera antropomorfa alta circa tre metri e Jann
istintivamente sa che una risposta non appropriata le costerebbe ben più della
vita, forse la sua stessa anima.
4.
Angela
Cleaver prosegue:
-Ho deciso di ristrutturare la Justice Inc. e
voglio che lei ne sia a capo.-
-Io?- ribatte Paladin -Spiacente ma sono un
solitario e non mi piace lavorare stabilmente per qualcuno, in più detesto gli
ordini.-
-Non ne avrebbe. Io mi occuperei della parte
amministrativa e selezionerei gli incarichi da sottoporle. Lei li sceglierebbe
in piena libertà e senza pressioni o interferenze da parte mia e di nessun
altro.-
-Autonomia assoluta? Mi riesce difficile
crederle Mrs. Cleaver. I suoi precedenti parlano in senso contrario.-
-Me ne rendo conto, ma sono anche una che
impara dai propri errori.-
-Potresti provare, Paul, che ti costa?-
interviene Joy Meachum.
-Giusta osservazione- aggiunge la Cleaver.-
-Se accettassi… e badi bene che ho detto se…
quanta libertà avrei nell’agire ai margini della legge come faccio di solito?-
-Tutta quella che vuole, a patto che ne paghi
le eventuali conseguenze in prima persona.-
-Mi sta bene e per i collaboratori?-
-Potrà scegliere chi vuole sia su base
permanente che volta per volta.-
-Bene, allora accetto di fare un tentativo e
come prima collaboratrice scelgo… lei.-
Paladin
indica Ariel Tremmore che accenna un sorriso e replica:
-Sono lusingata, ma devo forse ricordarti che
sono una supercriminale ricercata? E comunque non aspettarti che ti faccia il
caffè.-
-Dettagli che non mi riguardano.- ribatte
Angela -Lei ha fatto la sua scelta, Paladin e come vede non la contesto.-
-Bene… e ora parliamo dì’affari…- aggiunge
Paladin -… perché scommetto che ne ha già uno da propormi, non è vero?-
Angela
Cleaver sorride e risponde:
-Le ho già detto che è un uomo intelligente,
Paladin?-
La
donna bionda viene spinta nella stanza con rudezza decisamente eccessiva,
-Benvenuta mia cara.- la saluta la direttrice
con finta allegria -Sei arrivata prima del previsto. Guardie, riportate il
Maggiore Levin nella sua cella.-
Maggiore
Levin? Quella è Debra Levin, la donna che il Guardiano d’Acciaio stava
cercando? Marya Andreievna Meshkova la
guarda bene mentre le guardie la sollevano e la portano via. Da quanto è in questo
posto, un paio di settimane forse e appare molto provata.
La
voce della sua carceriera la distrae da quei pensieri.
-Allora, carina, sei pronta per la nostra
prima seduta?-
-Avrei una domanda per lei, Gospodza:[3] che cosa ha
combinato per essere mandata qui anche lei?-
La
donna di nome Lyudmila Antonova Kudrina solleva il frustino e colpisce Marya al
volto esclamando:
-Piccola insolente, ti insegnerò a stare al
tuo posto!-
E
il frustino cala ancora e ancora.
Il
ragazzo dai capelli neri e gli occhi grigi è nudo, fatta eccezione per una
pelle di leone intorno alla vita. Dinanzi a lui una pantera Nera che si regge
su due zampe e puntando su di lui la zampa anteriore destra dice:
-John
Clayton, con quale arroganza ti dichiari figlio dell’Africa?-
Ha usato il suo vero nome. Jack Porter non è
molto sorpreso che lo sappia. Sospira e risponde:
-Nessuna arroganza, anzi umiltà. Questo
continente ha dato molto alla mia famiglia ed io so di non poter restituire che
una piccola parte di ciò che ci è stato dato.-
È
un’illusione o davvero sul volto della pantera c’è un sorriso di compiacimento?
5.
A bordo della
lussuosa limousine che percorre le strade di Londra la ragazza che si fa
chiamare Belinda Swann si rivolge al suo compagno di viaggio Parnival Plunder e
gli chiede:
-Che ne sai di un uomo di nome Sir Marcus
Grantby-Fox?-
-Che è un uomo molto pericoloso, un
imprenditore senza scrupoli che è stato coinvolto in diversi affari poco puliti
senza che se ne potesse provare la colpevolezza.-
-Curioso sentirti parlare così: nei panni del
Saccheggiatore hai anche tu commesso azioni illegali.-
-Mia cara, io sono un artista, un esteta del
furto e della rapina. Non mi piace la violenza gratuita e rischio sempre in
prima persona. Quelli come Grantby-Fox amano agire nell’ombra e non si sporcano
le mani: mandano altri a farlo… altri come te, giusto?-
-Sì, mi ha offerto una piccola fortuna per
eliminare alcuni suoi concorrenti.-
-E tu hai accettato?-
-È il mio lavoro: sono un’assassina
professionista: Cigno Nero, ricordi?-
-Il che vuol dire che la nostra vacanza è
finita, peccato.-
Cigno
Nero non sa cosa rispondere.
Il
luogo è Washington D.C. la capitale degli Stati Uniti d’America. Elektra
Natchios vi arriva di mattina e si fa portare al Four Seasons Hotel in
Pennsylvania Avenue, non lontano dalla Casa Bianca e dal Campidoglio e vicino
al suo bersaglio.
Adesso
deve passare alla fase due del piano, la più difficile. Si sta muovendo sul
filo del rasoio ma ci è abituata.
Quando viene portato
davanti all’uomo che chiamano Red Barbarian il Guardiano d’Acciaio ostenta
imperturbabilità.
-Allora…- gli chiede il suo carceriere -Hai
maturato un po’ di rispetto?-
-Lo stesso che ho sempre avuto per un uomo
crudele e spietato come te… padre.- ribatte lui
-Ancora arrogante ed insolente, Andrei?
Voglio metterti alla prova. Guardie, gettatelo in cortile. Considerala una
prova di sopravvivenza, figlio.-
E
dal tono della sua voce, Andrei Rostov scommetterebbe che suo padre non ritiene
che lui abbia molte chance di sopravvivere.
CONTINUA
NOTE DELL’AUTORE
Ancora una volta
poche note:
1)
Il
titolo è un omaggio al film del 1953 “Stalag 17” diretto da Billy Wilder ed
ambientato in un campo di prigionia tedesco durante la Seconda Guerra Mondiale.
Il nomignolo Arkhipelag dato al campo è, invece un omaggio all’opera “Arcipelago Gulag” di Aleksandr Isaevič Solženicyn.
2)
Red
Barbarian è un personaggio creato da Stan Lee, Robert Bernstein & Don Heck
su Tales of Suspense #42 datato giugno 1963. Capo di un gruppo di spie
sovietiche era un personaggio molto sopra le righe, praticamente una caricatura.
Il suo nome vero e il suo collegamento col Guardiano d’Acciaio sono opera mia.
3) Lyudmila Antonova
Kudrina è un personaggio creato da Richard K. Morgan & Bill
Sienkiewicz su Black Widow Vol.2° #5 datato marzo 2005. Come da tradizione MIT
la mia versione sarà un po’ diversa ma non troppo.
4) Sir
Marcus Grantby-Fox è un personaggio creato per Marvel UK da Lee Stevens &
Andrew Currie su Super Soldiers #1 datato aprile 1993
Nel
prossimo episodio: Andrei Rostov e Marya Meshkova affrontano il loro destino.
Elektra è a un bivio e molto altro.
Carlo